È tempo di crisi, si sa. Ormai è da qualche anno che non si parla di altro. I giornali, le televisioni, la stampa internazionale non parla che di crisi ed i nostri politici continuano a procrastinare l’uscita da questa depressione economica che ci sembra non aver mai fine.
Stiamo imparando a tagliare le spese, a stringere la cinghia ogni mese per riuscire a sbarcare il lunario. Contemporaneamente la società, che ci chiede sempre di più, non ci aiuta perché, mediante il marketing, spaccia bisogni secondari in bisogni di prima necessità ai quali sembra impossibile rinunciare. Non solo, i nuovi valori della società moderna spaccano la solidità della famiglia delle generazioni precedenti proponendo un modello relazionale instabile, effimero in cui alla prima difficoltà si molla la presa. Tutti questi elementi stanno creando una generazione di single, di separati che inevitabilmente spende di più in un momento in cui invece, data la situazione economica mondiale, di soldi non ce e sono.
E così ci si ritrova immersi nei problemi relazionali in cui non si capisce più cosa attiene al ruolo della donna e cosa al ruolo dell’uomo, in problemi legati allo stress del precariato nel lavoro, dell’arrivare a fine mese con uno stipendio che non basta mai e si taglia, si taglia, si taglia.
Si spende meno per ciò che sembra superfluo e tra questo superfluo spesso rientra anche la salute mentale che però è messa a dura prova da questi repentini cambi di valori, di abitudini e di stili di vita che la società moderna propone.
In questo senso la terapia strategica breve può rappresentare un giusto compromesso tra le difficoltà economiche del momento e lo stress mentale dell’uomo del XXI secolo.
A questo punto vi chiederete perché e come questo modello può aiutarvi e può rappresentare una giusta via di mezzo tra le possibilità economiche e la salute mentale. Perché la terapia strategica è una terapia breve e con poche sedute risolve una vasta gamma di disagi quindi abbatte i costi altissimi di altri approcci psicologici. Perché la terapia strategica dona al paziente mezzi che l’individuo fa propri e ai quali può ricorrere senza l’aiuto del terapeuta in situazioni analoghe a quelle portate in terapia, perché offre una vasta gamma di libri mediante i quali ci si può auto curare.
Tra i testi, scritti del prof. Giorgio Nardone, padre della terapia strategica breve, che offrono una sorta di ‘autocura’ non si possono non ricordare “Correggimi se sbaglio” che insegna una comunicazione efficace, “Psicosoluzioni”, “Manuale di sopravvivenza per psico-pazienti” o addirittura, andando indietro nel tempo l’eredità lasciata da Paul Watzlawick con “Istruzioni per rendersi infelici” fino ad uno dei libri più recenti di Nardone “Gli errori delle donne (in amore)”, uscito due anni fa, che fornisce soluzioni per problemi relazionali a ‘donne disperate’ arrivando così all’ultimo uscito, “Psicotrappole”, che illustra le trappole mentali e comportamentali che ci ingabbiano nei nostri problemi e che se reiterate si trasformano in meccanismi psicopatologici. Quest’ultima ‘fatica’ del prof. Nardone sarà presentato dall’ Autore sabato 23 novembre ad Arezzo e domenica 24 a Roma mediante un aperitivo psicologico gratuito (Per Info: http://www.centroditerapiastrategica.org/allegati_eventi/psicotrappoleroma.pdf).
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