Mi sono lasciata con il mio partner, come posso fare a ricominciare a vivere?
Chiara Biagini - Psicologa e Psicoterapeuta online o a Roma
“La parte difficile non è dimenticare il passato.
La parte difficile è dimenticare il futuro che avevi immaginato”.
(Anonimo)
Sarà capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di essere lasciati o comunque di aver dovuto interrompere una relazione a cui tenevamo. Ma cos’è che possiamo fare per riuscire a tornare a vivere archiviando quell’esperienza e soprattutto traendone insegnamento? Prima di rispondere a questa domanda, è necessario comprendere che cos’è che accade nella nostra mente e nel nostro cuore durante una relazione.
Una volta in cui stabiliamo un rapporto sentimentale con una persona, essa viene caricata di 1000 aspetti positivi e viene in qualche modo idealizzata. È un po’ quella che si chiama “la sindrome del principe azzurro” ovvero la tendenza ad attribuire al nostro partner caratteristiche prototipiche che ci piacerebbe esso avesse non rendendoci conto che molto spesso in realtà la persona di cui siamo innamorati è ben diversa da quella che abbiamo fantasticato o da quella che riteniamo per noi perfetta.
Ma ora, aldilà del fatto che ci siamo sbagliati o meno sulla scelta di chi abbiano amato o amiamo ancora -ovvero che l’abbiamo effettivamente idealizzato oppure che siamo riusciti a vederlo con obiettività ed al netto di altri disagi che sentiamo relativi al “non sono abbastanza, faccio schifo, ho commesso un grosso errore di valutazione, non so scegliere le persone giuste, non me lo meritavo oppure(peggio!) me lo sono meritato, dopo tutto ciò che avevo fatto per lui/lei, che stupido/a che sono”, ecc.- ciò che davvero importa e conta sono i progetti e il futuro che inevitabilmente abbiamo immaginato di poter realizzare e vivere con chi che avevamo scelto e che ora non ci vuole più.
Eh già, il punto è proprio questo, ci illudiamo infatti che nel momento in cui la relazione finisce ciò che ci manca di più e ci fa soffrire immensamente sia la persona che avevamo accanto. Nella realtà dei fatti, ovviamente ne sentiamo la mancanza, ma ciò che davvero ci leva il respiro è l’aver perso la quotidianità con quella persona, le nostre abitudini legate a lei, ciò che davvero ci fa star male è l’infrangersi di quel sogno, di quei progetti di vita che avevamo costruito insieme al nostro partner e che o si sono interrotti o addirittura non si erano ancora realizzati.
Potrebbe sembrare che questa nuova cognizione– mi mancano più i progetti che il/la mio/a ex- sia irrilevante-, in fin dei conti siamo comunque soggetti a una delusione e comunque ci manca qualcosa a cui tenevamo e questo ci fa star male, ma in realtà pensandoci attentamente c’è una grossa differenza tra il sentire la mancanza fisica di una persona e l’infrangersi di un sogno che avevo sognato. Con questo non voglio assolutamente dire che la mancanza fisica del partner che avevamo scelto non esista o non sia difficile da affrontare, ma mi piacerebbe però attribuirle il giusto peso e definirne la giusta collocazione. La sofferenza derivante dall’assenza della persona che amavamo (o amiamo ancora) e quindi l’abbandono che abbiamo subito, equivale a tutti gli effetti ad un lutto vero e proprio. Sappiamo coscientemente che la persona che ci ha abbandonato è ancora viva, ma nel momento in cui non vuole saperne più nulla di noi, in realtà è come se per noi fosse in qualche modo morta. Pertanto questo aspetto di sofferenza che deriva da questo lutto va considerato e trattato esattamente come se fosse un lutto vero e proprio: in buona sostanza dobbiamo concederci il tempo necessario per metabolizzare l’evento.
Per elaborare una perdita, mediamente, sono necessari almeno sei mesi. Non possiamo pertanto pretendere dopo pochi giorni dalla rottura di star bene e di ricominciare a fare tutto ciò che facevamo prima con la stessa spensieratezza. Siamo costretti necessariamente ad attraversare questo dolore, che in genere si sviluppa nelle seguenti cinque fasi esattamente come lutto:
- 1) quella di rifiuto e della negazione,
- 2) quella della rabbia,
- 3) lo stadio del patteggiamento della contrattazione,
- 4) la fase della depressione,
- 5) la fase dell’accettazione.
Quindi, come prima cosa per noi da ricordare è che abbiamo bisogno di tempo e che dobbiamo attraversare tutte queste fasi prima di riuscire ad accettare l’evento, ad archiviarlo e ad impararne qualcosa. Parola chiave, pertanto è pazienza!
Una volta terminato questo doloroso percorso, che come detto non dovrebbe durare più di sei mesi, ci troveremo poi inevitabilmente a fare i conti con la vita che avevamo immaginato con la persona che non è più con noi.
Ed è qui che viene la buona notizia! È vero che è doloroso mettere da parte (attenzione! Ho detto mettere da parte non rinunciare!) un sogno, ma è vero anche che quello stesso sogno che avevamo sognato con chi ci ha abbandonato possiamo e siamo legittimati a continuare a sognarlo magari con qualcun altro di più affine a noi. In altri termini è indispensabile pensare che aver perso quella persona a cui tenevamo, non significa assolutamente aver perso il nostro sogno, la vita che noi desideravamo avere: significa in realtà aver perso la vita che avevamo scelto con affianco quella persona, ma non aver perso la vita che desideravamo e desideriamo. Detto ancora più semplicemente questo sta significare che abbiamo la libertà di sognare la vita che abbiamo sempre sognato con affianco una persona diversa da quella che avevamo fino a qualche tempo fa. E questo, a mio avviso, fa una grande differenza perché ci mette nella condizione di dover necessariamente rinunciare solo a chi ci ha abbandonato e non al sogno della nostra vita, ai nostri valori, al nostro ideale di famiglia e di amore.
La terapia breve strategica, attraverso un viaggio dentro se stessi, può mediante le sue manovre aiutare innanzitutto ad elaborare il lutto dell’abbandono e successivamente attraverso le strategie investigative ed introspettive a far riemergere tutte le risorse necessarie per continuare a credere nel proprio sogno di vita dopo una delusione e può accompagnarti durante il percorso delle cinque fasi del lutto per far si che presto tu ti possa riaffacciare alla vita con positività rincorrendo quel sogno che tanto hai desiderato con chi ti ha abbandonato ma che è ancora possibile realizzare con qualcun altro.
Se desideri approfondire ulteriormente l’argomento o pormi delle domande contattami, sarò lieta di risponderti.