Saper dire di no. Perché non sono capace o mi sento in colpa se dico di no? Scopriamo il concetto di assertività.
Chiara Biagini - Psicologa e Psicoterapeuta online o a Roma
Quante volte ci è capitato che un amico o una persona a cui volessimo bene, o un collega ci chiedesse qualcosa, un favore, oppure di uscire, oppure di prestargli un oggetto a noi caro, un libro, un dvd e noi nonostante volessimo dire di no non siamo stati in grado di farlo?
Di fronte ad una richiesta di questo genere, cominciamo spesso a provare senso di colpa se diciamo di no, al tempo stesso frustrazione se accogliamo questa richiesta che non abbiamo voglia di assolvere. Alla fine, spesso e volentieri, preferiamo la frustrazione al senso di colpa e acconsentiamo a prestarci al favore che ci viene chiesto, salvo poi pentirci di aver detto di si perché ci siamo incasinati la vita o, ma ne parleremo tra poco, perché non ci siamo sentiti rispettati o semplicemente liberi (di dire di no!).
Situazioni come quelle appena descritte, sono all’ordine del giorno; diciamo che in qualche modo fanno parte di quel gioco chiamato relazioni o interazioni sociali dalle quali pertanto è difficile chiamarsi fuori a meno che non si decida di fare l’eremita!
Ma perché non siamo in grado di dire di no? La risposta è molto più intuitiva di quello che uno possa pensare. L’idea che abbiamo nel momento in cui dovessimo non acconsentire alla richiesta dell’altro è la seguente: “se dico di no questa persona non mi vorrà più bene/mi rifiuterà/non sarà più mia amica/ penserà male di me” e simili. Con un pensiero del genere che gira nella nostra mente, diventerà certamente impossibile potersi sottrarre al favore che ci viene chiesto!
Ma perché io penso che non assecondando la richiesta dell’altro automaticamente perda di valore agli occhi di chi mi ha fatto questa richiesta? Anche qui la risposta è semplice: perché io sono il primo che penso di non valere nulla, e credo che l’altro stia con me perché possa da me prendere qualcosa e non perché io VALGA qualcosa, o sia degno di stima ed apprezzamento per quello che sono, non per quello che do o sono disposto a dare, ma per quello che realmente sono! Ecco, quindi, dov’è il nocciolo della questione: la stima ed il valore che io ho di me stesso… ed è da qui che scaturisce un eventuale no o un eventuale si ad una richiesta che proprio non mi piace.
Chi dice apertamente di no, non fa quei pensieri, non crede che l’altro, qualora riceva un diniego, non gli vorrà più bene semplicemente perché lui per primo sa quale è il suo valore ed è sciuro che anche se non acconsentirà a prestarsi alla richiesta dell’altro, questi gli rimarrà amico ed è certo che la stima reciproca non verrà meno per aver detto un semplice no. In altri termini potremmo dire che è la sicurezza, la stima che io ho di me stesso che mi permette di sottrarmi dal ‘giogo’ dell’altro e che mi consente, dicendo di no ad una richiesta che non ho voglia di soddisfare, di assecondare invece ciò che io voglio fare cioè, detto più semplicemente, mi permette di RISPETTARMI!
Ed allora qui sorge un’altra domanda… Se io sono il primo a non rispettarmi dicendo un si a qualcosa che non ho voglia di fare, come posso pensare/pretendere/desiderare che l’altro mi rispetterà? Occorre sempre ricordarci che gli essere umani sono come degli specchi e che gli altri ci trattano né più nemmeno come noi permettiamo loro di essere trattati e soprattutto come noi stessi trattiamo proprio noi stessi. Se pertanto io sono il primo a non rispettare i miei desideri, non posso di certo aspettarmi che ti ho di fronte lo farà al posto mio!
Non solo, non vi sembra di comportarvi da falsi quando acconsentite a qualcosa per la quale non siete d’accordo? In altre parole quando vi presentate, dicendo si mentre pensate “oddio no!”, per ciò che non siete? E secondo voi la persona che avete di fronte, se sapesse quello che voi pensate realmente, preferirebbe ricevere un no sincero oppure un sì falso? In altri termini avrebbe più piacere di frequentare una persona ferma, leale e sincera o di frequentare una persona compiacente ma falsa? Forse, perciò, chi non sa dire di no anziché provare il senso di colpa qualora dovesse negare un favore, dovrebbe provare senso di colpa a dire sì controvoglia cioè a comportarsi in una maniera non autentica nei confronti del prossimo….
Ma già sento una vocina dentro di voi che dice più o meno così: “ma se io dico no sono egoista, perché penso solo a ciò che ho voglia di fare io e non considero l’altro!”
Si, probabilmente se voi direte no senza spiegare il perché e senza proporre un’alternativa siete degli proprio egoisti egicentrati ed egoriferiti.
Ma c’è un ma….
Esiste una concetto molto bello in psicologia, si chiama ASSERTIVITA’….
E cos’è? La Linguistica Garzanti la spiega cosi:
’l’insieme delle abilità cognitive e comportamentali che consentono a un soggetto di affermare la propria personalità senza cadere in comportamenti passivi o aggressivi’
Si, ma quindi? Sig. Garzanti che vuol dire? L’assertività è né più né meno la capacità di esprimere i propri bisogni all’altro con sincerità e di proporre qualcosa di alternativo che rispetti i bisogni di entrambi, alla richiesta che ci viene fatta, quindi è la scintilla di quella che potremmo definire una comunicazione efficace. È quella che tante volta viene definita la strategia del ‘win-win’, vinco io e vinci tu, una sorta di mediazione dove entrambi gli attori della relazione possono esprimere ciò che sentono con sincerità, rispettandosi e trovando un accordo che non scontenti nessuno, in altri termini si permettono il lusso di essere autentici, veri!
Fantastico no?!?! Esiste questa cosa, davvero! Non sto parlando di fantascienza! Occorre solo esercitarsi a mettere in pratica l’assertività, ma prima è necessario scoprire, riconoscere ed accettare il valore che ognuno di noi ha, analizzare i nostri bisogni per poi riuscire a condividerli con l’altro in un clima di assoluta sincerità e collaborazione.
La Terapia Breve Strategica, mediante il dialogo strategico ed altre tecniche ‘di scoperta’, è in grado di analizzare le vostre relazioni disfunzionalmente compiacenti, le vostre insicurezze, la vostra paura del rifiuto, al fine di costruire rapporti significativi, duraturi ma soprattutto autentici che tengano conto dei vostri bisogni e di quelli degli altri, trasformando relazioni di falsa compiacenza in rapporti di sincera sintonia basati sulla comunicazione assertiva.
Se desideri approfondire ulteriormente l’argomento o pormi delle domande contattami, sarò lieta di risponderti.