Disturbi Trattati - Psicologa a Roma - Psicoterapeuta Online

Disturbi d’ansia

Ansia generalizzata- Fobia specifica e fobia sociale -Attacchi di panico

Quante volte ci sentiamo un peso sul petto che ci toglie il respiro e proviamo una paura incontrollata, generalizzata che compare senza motivo al nostro risveglio o all’improvviso senza motivo durante la giornata, o quante volte ancora abbiamo la sensazione di non essere apprezzati, di essere giudicati e di stare male quando siamo in mezzo alla gente tanto da voler scappare  o quante volte invece sappiamo che c’è un qualcosa di specifico che non riusciamo ad affrontare e per il quale proviamo un senso di terrore nonostante ci rendiamo conto che razionalmente non c’è proprio nulla da temere?

Nel primo caso soffriamo di quella che comunemente chiamiamo ansia generalizzata, un senso di angoscia che non ha un oggetto specifico ma che si presenta come apriamo gli occhi la mattina od improvvisamente nel corso della giornata senza saperne il perché e senza che accada nulla che la provochi.

Nel secondo caso, invece, quello in cui cominciamo a sentire disagio in mezzo alla gente, ad avere paura di fare una figuraccia o di essere giudicati, ci troviamo di fronte ad una fobia sociale che se non affrontata ci porterà piano piano all’isolamento o a pensare che tutti ce l’hanno con noi (nel caso più estremo fino ad un pensiero di tipo persecutorio-paranoideo).

Nel terzo caso, infine, quando sappiamo bene di cosa abbiamo paura (di volare, dei ragni, dei cani, di guidare ecc.) e ci rendiamo conto che è una paura immotivata, irrazionale, ma nonostante ciò rimaniamo paralizzati e non ci decidiamo mai ad affrontare il nostro fantasma che con il passare del tempo diventa sempre più incombente soffriamo di una fobia specifica.

Tutti questi disturbi nascono da un’emozione di per sé positiva, ovvero la paura. Essa ha una componente fortemente adattiva per il genere umano perché era proprio la paura che spingeva l’uomo prestorico a scappare da un animale feroce che molto probabilmente gli avrebbe provocato la morte. È proprio grazie a questa sana emozione che tutti noi siamo in grado di gestire la nostra realtà e di preservare la nostra vita. Nel momento in cui però la paura supera determinati limiti da nostra alleata diventa una nostra nemica in quanto ci blocca e ci relega nelle segrete del panico. La fobia, in altri termini, è una paura che ha superato i limiti e che condiziona negativamente la vita quotidiana di chi ne è prigioniero restringendo la quantità e la varietà di esperienze che un individuo senza fobie potrebbe sperimentare.

Le fobie possono essere molto creative e particolari. Sono un’infinità infatti le cose di cui un essere umano può avere paura, e possono essere tante  quanto siamo in grado di inventarne perché come abbiamo detto la fobia è una paura immotivata, ‘inventata’.

La terapia breve strategica mediante l’utilizzo di stratagemmi costruiti ad hoc che guidano il paziente attraverso esperienze concrete è in grado di risolvere il 95% dei casi  di fobia in circa 7 sedute portando il paziente al superamento della sua specifica paura e alla riacquisizione della fede nelle proprie capacità e risorse personali.

Ma, qualora fossimo ancora più sfortunati poi, un bel giorno, senza motivo, improvvisamente tutto questo mondo mentale interiore si potrebbe trasformare in una forte somatizzazione corporea, cominceremmo così a sentire il cuore che batte forte, i sudori freddi, avremmo paura di svenire, di morire, ci mancherebbe il fiato… ed in un attimo, eccoci qua, avremmo fatto la triste conoscenza degli attacchi di panico.

Essi non sono altro che il risultato di diversi elementi che interagiscono tra di loro, ovvero più specificatamente l’intrecciarsi di:

  • quello che l’individuo percepisce cioè la ragione dei suoi timori (ad esempio guidare, stare in uno spazio chiuso o viceversa aperto, parlare in pubblico, vedere un determinato animale ecc.);
  • le reazioni fisiologiche del soggetto (ad esempio accelerazione dl battito cardiaco, sudorazione, tremori ecc.);
  • le reazioni mentali della persona cioè ciò che pensa (ad esempio “mi sento svenire”, “sto per morire”, “non ho più il controllo delle situazione”)
  • i comportamenti che l’individuo mette in atto per cercare di uscire dalla situazione di panico ovvero le sue tentate soluzioni (ad esempio farsi accompagnare, evitare certi luoghi o cose, fuggire ecc.)

Chi soffre di attacchi di panico nel giro di poco tempo si ritrova intrappolato in un circolo vizioso sempre più stringente e non si rende conto che proprio i ‘rimedi’ (cioè le tentate soluzioni) che utilizza per cercare di risolvere il problema sono quelli che lo incastrano sempre di più nel problema.

La terapia strategica breve mediante dei protocolli di intervento mirati e collaudati è in grado di trattare con un elevato successo queste quattro forme di disagio psichico che se trascurate potrebbero davvero invalidare e condizionare profondamente la nostra vita fino a condurci all’isolamento sociale.

L’intervento attraverso piccoli stratagemmi porta il paziente ad interrompere ‘ rimedi disfunzionali che fino a quel momento non hanno funzionato e lo guida a sostituirli con comportamenti funzioni che possono portarlo al di fuori del problema senza grandi sforzi di volontà.

I protocolli di intervento sono stati costruiti ad hoc nel corso degli anni mediante numerose ricerche ed aiutano i panicanti a superare la paura senza nemmeno accorgersene. Il paziente, infatti, sperimenterà la vera consapevolezza di ciò che è accaduto durante la terapia soltanto ad esperienza fatta quando si renderà conto di ciò che è stato in grado di fare di fronte alla situazione problematica cioè di quali risorse ha messo in atto e quali abilità ha imparato per fronteggiare e padroneggiare ciò che prima sembrava impossibile gestire e controllare.

La terapia breve strategica, negli ultimi 20 anni ha trattato circa 4000 casi di attacchi di panico risolvendone il 95% nel giro di 7 sedute.

Disturbi del tono dell’umore

Depressione, Disturbo da Stress Post Traumatico

È un periodo che non siamo affatto in forma, non abbiamo voglia di fare nulla, non abbiamo interesse per niente e nessuno, non ci va di alzarci dal letto, di vestirci e lavarci.

Nulla ha più senso e davvero ci mancano le forze per reagire. La vita appare come un lento suicidio quotidiano che non sappiamo più gestire. Stiamo cominciando a rinunciare, a delegare le nostre responsabilità a chi ci è intorno, a lamentarci in continuazione con tutti, e pretendere tutto dagli altri, senza motivo alcuno.

Oppure proviamo tutto ciò sopra descritto ed in più riviviamo nella nostra mente un evento traumatico accaduto qualche tempo fa, con continui flashback che non ci lasciano dormire la notte e ci disturbano durante il giorno.

Soffriamo, nel primo caso, di depressione, nel secondo di un disturbo da stress post traumatico.

La depressione è caratterizzata da una mancanza di perdita di interesse nei confronti della vita in generale, e da una serie di sintomi come la perdita o l’aumento di peso, l’insonnia o l’ipersonnia, la mancanza di energie per affrontare qualsiasi cosa della vita, la caduta dell’autostima, la svalutazione di sé.

La depressione, se non endogena come nel caso di una depressione maggiore,  può scaturire da un evento scatenante (ad esempio la perdita del lavoro, un lutto, una separazione ecc.) ed allora si parla di depressione reattiva (cioè innescata da un evento specifico).

La principale soluzione che chi è affetto da depressione adotta è la rinuncia; essa però mette in moto un circolo vizioso in cui più l’individuo non fa nulla più si sente inutile, incapace e questo inevitabilmente aumenta il suo senso di disinteresse nei confronti di tutto. Inutili sono gli incoraggiamenti e gli aiuti che vengono dall’esterno, il paziente depresso si trova nelle sabbie mobili e sprofonda sempre più.

Quando tutto ciò sopradescritto si presenta in seguito ad un trauma vissuto nel passato (incidente stradale, violenza sessuale, ecc.) ma che si intromette prepotentemente nel presente con pensieri intrusivi, flashback ed incubi ci si trova di fronte non più ad una depressione ma ad un disturbo da stress post-traumatico a cui l’individuo solitamente reagisce con la rinuncia e con la ruminazione.

A questo punto non ci resta che affidarci a qualcuno che possa aiutarci ad affrontare la situazione e possa con strumenti appositi tirarci fuori da questo baratro.

Attraverso la Terapia Breve Strategica è possibile uscirne e riaffacciarsi di nuovo alla vita poiché attraverso uno specifico protocollo e specifiche tecniche il paziente imparerà a cominciare a smettere di rinunciare e a riprendere le redini della propria vita, diventandone di nuovo l’attore.

Disturbi ossessivo-compulsivi

Disturbo ossessivo-compulsivo

Un pensiero che ci ossessiona e comincia a controllare ed affollare la nostra mente di continuo, non la lascia mai libera, un gesto che ripetuto più volte scongiura profezie nefaste od espia colpe altrimenti insopportabili, una serie di comportamenti ritualizzati per ‘fare bene le cose’ che in un primo tempo funziona ma di cui poi non possiamo più fare a meno, e noi, che sempre ci siamo definiti semplicemente degli individui precisi, meticolosi, puntuali rimaniamo incastrati in ‘vizi- abitudini-rituali’ che ripetiamo un numero di volte infinite, che ci occupano tutto il tempo della nostra vita, che si impossessano talmente tanto di noi da non lasciarci più spazio per nient’altro e che ci allontanano dalle persone che amiamo.

Ecco qua che in un attimo ci rendiamo conto che soffriamo di un disturbo ossessivo-complusivo.

Chi soffre di questo disturbo rimane intrappolato in ciò che all’inizio risultava essere una buona soluzione che ha funzionato.

Come spesso accade una iniziale soluzione, reiterata, irrigidita, caratterizzata da eccessiva fissità da inizialmente funzionale si rivela a poco a poco come un aguzzino che tortura e rende schiavo l’individuo che viene dominato dalla sua compulsione che non riesce a mettere a freno.

In altri termini, il soggetto ossessivo-compulsivo è un soggetto che di fronte alla propria ansia, alla propria paura ha una volta risposto a questi disagi con un comportamento (per es. lavare 10 volte le mani, ripetere frasi strane ecc.) che ha effettivamente abbassato la sua ansia o la sua paura.

Osservato ciò il soggetto continuerà ripetutamente ed indiscriminatamente di fronte ad ogni situazione ansiogena a mettere in atto questo comportamento che diventerà un rituale quasi magico contro l’ansia e la paura di cui non potrà più fare a meno diventandone ostaggio

Paranoie e Manie di persecuzione

Chi soffre di paranoia generalmente è colui che partendo da un’idea sostanzialmente sbagliata, attraverso invece un ragionamento logico lineare e consequenziale, arriva a mettere in atto soluzioni decisamente sbagliate.

Pertanto, il ragionamento dell’individuo è assolutamente corretto, peccato che le premesse siano completamente errate!

L’idea di fondo del paranoico è che tutto il mondo ce l’abbia con lui, che il prossimo sia malvagio, che sia impossibile fidarsi di qualcuno e partendo da queste premesse il soggetto paranoico inizia a relazionarsi con il mondo in maniera sospettosa, aggressiva, sfiduciata, difesa, fino, nei casi più gravi a finire in un completo ritiro sociale.

Questo modo di agire, comprensibilmente, non può che portare il mondo e gli altri  a relazionarsi con il paranoico nella stessa maniera, in altri termini, è come se il prossimo gli facesse da specchio confermando così l’idea iniziale del paranoico ovvero che tutti ce l’hanno con lui.

Il paranoico si può dire che è veramente colui che crea e che costruisce la sua realtà con il suo atteggiamento ma che si trasforma inesorabilmente nella vittima della realtà che lui stesso ha costruito e che finisce per subire dolorosamente.

Due tipi di paranoici possono accedere nello studio di uno psicoterapeuta, quello la cui rabbia è rivolta verso persone specifiche che ordirebbero nei suoi confronti (ad es. i familiari, i colleghi di lavoro ecc.) e quello con manie di persecuzione la cui rabbia è diretta verso il mondo intero e che crede pertanto che il mondo ce l’abbia con lui.

La terapia strategica breve mediante dei protocolli di intervento mirati e collaudati è in grado di trattare con un elevato successo questa tipologia di disturbi che con l’andare del tempo può veramente condizionare la vita in maniera negativa e ridurla ad una ‘semplice’ ripetizione infinita di azioni che scongiurano e calmano ma che in realtà rendono schiavo chi li mette in atto.

Disturbi della sfera sessuale

Eiaculazione precoce- Anorgasmia- Disturbi erettili- Vaginismo

Un tempo non avevamo davvero problemi con l’altro sesso. O forse invece c’è chi li ha sempre avuti e mai affrontati. Fatto sta che ogni volta che dobbiamo approcciarci all’altro e si arriva al punto in cui l’altro ci dice “che fai sali a bere qualcosa da me?” diventa un terno a lotto perchè non sappiamo come andrà, o forse lo sappiamo così bene che decliniamo l’invito alla volta successiva, e poi a quella successiva ancora fino a ritiraci completamente da ogni tipo di relazione per paura di non farcela, di essere rifiutato o di fare una figuraccia.

La soluzione invece è più facile di quanto si pensi, basta avere qualcuno che passo passo ci indirizza e ci aiuta a ricostruire la fiducia che manca in noi stessi ed il blocco psicologico della performance.

I disturbi della sessualità rappresentano la prova provata della labilità del precario equilibrio tra natura e mente. È presente infatti nei disturbi sessuali la problematicità fra prestazione e volontà, ovvero tra la voglia di lasciarsi andare a ciò che secondo natura dovrebbe andare senza alcun intoppo e lo sforzo di controllarsi. Tutti i disturbi sessuali di cui leggerete in seguito possono presentarsi fin dal primo rapporto o in seguito ad un normale funzionamento durato anche anni che improvvisamente si interrompe, possono manifestarsi indiscriminatamente o in certe situazioni ben definite, con tutti i partner o solo con alcuni.

Vediamo brevemente i disturbi sessuali più comuni:

 

Difficoltà o disturbo dell’erezione

Questo tipo di disturbo che non ha origine da problematiche organiche o da uso di sostanze, determina nell’uomo non solo un vero e proprio disagio ma delle notevoli problematiche dal punto di vista relazionale. La difficoltà di erezione si può definire come la ricorrente o la persistente impossibilità di raggiungere o mantenere a lungo un’adeguata erezione durante il rapporto sessuale.

Questo genere di difficoltà origina di solito dalla cosiddetta ansia da prestazione. Tecnicamente si instaura un circolo vizioso in cui l’uomo è come se si sfidasse mettendosi alla prova e questo suo agito trasforma la situazione da naturale ad artificiosa ovvero sforzandosi di ottenere ciò che avverrebbe naturalmente (l’erezione) la naturale reazione fisiologica si inibisce proprio perché viene cercata e sollecitata volontariamente dall’individuo.

 

Eiaculazione precoce

Chi non ne ha mai sentito parlare! È forse il disturbo sessuale più conosciuto. Si tratta della persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di una piccolissima  stimolazione sessuale. Tutto ciò può avvenire prima, durante o poco dopo la penetrazione e ovviamente avviene prima che la situazione lo richiederebbe e/o prima che l’uomo lo desideri.

Anche in questo caso, come nella difficoltà dell’erezione è proprio il tentativo dell’uomo di controllare ciò che dovrebbe avvenire naturalmente che fa perdere il controllo cortocircuitando la natura che risponde precocemente. Il fulcro dello sblocco, pertanto, è rappresentato dalla necessità che la persona adotti un comportamento sessuale secondo natura senza forzature e soprattutto senza l’intromissione della ragione, della mente e della razionalità.

 

Dispareunia

Si tratta di un disturbo che interessa sia gli uomini che le donne e che chiaramente comporta dei rilevanti disagi dal punto di vista interpersonale. La dispareunia è un ricorrente o persistente dolore che interessa la zona genitale associato al rapporto sessuale.

 

Vaginismo

È un disturbi di cui soffre esclusivamente la popolazione femminile e che provoca notevoli difficoltà e disagi relazionali. Si tratta di un ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura della vagina che si irrigidisce provocando problematiche durante il rapporto sessuale.

 

Disturbo del desiderio

È un disturbo che può riguardare sia i soggetti maschi che femmine. Si può manifestare attraverso un calo del desiderio sessuale o una totale assenza di tale desiderio (in questo caso Disturbo da avversione sessuale). In questo secondo caso è presente una ricorrente o persistente avversione nei confronti dell’atto sessuale che genera un massiccio evitamento di tutti o quasi tutti i contatti sessuali genitali con un partner.

 

Disturbo dell’orgasmo maschile o femminile

Questo disturbo consiste in un persistente o ricorrente ritardo (a volte anche assenza) dell’orgasmo a seguito di una normale eccitazione sessuale. Come per tutti gli altri disturbi sessuali anche questo crea delle notevoli difficoltà relazionali.

Anche per tutti questi tipi di disturbi la Terapia Strategica Breve ha messo a punto dei protocolli specifici che, se seguiti alla lettera, hanno risolto il 91% dei casi in una media di 7 sedute e che faranno sì che uscire con l’altro sesso torni ad essere un piacere e non una preoccupazione!

Disturbi alimentari

Anoressia- Bulimia- Binge eating- Vomiting

Mai come in questo momento storico in cui la forma sembra contare purtroppo più della sostanza ed in cui la società sembra imporre modelli estetici di difficile raggiungimento si sta assistendo alla diffusione, specie fra le giovanissime, di disturbi alimentari di tipo anoressico restrittivo, bulimico o di vomiting o di binge eating.

Insomma la forma fisica sembra sempre una chimera da raggiungere che ci impone sacrifici perenni e che spesso ci fa mettere da parte il concetto di salute per fare spazio a quello di bellezza oggettiva.

Non solo, talvolta, i disturbi alimentari non insorgono solo perché tentiamo di aderire ad un modello di perfezione imposto dai mass-media, ma anche perché compensiamo le nostre frustrazioni ‘coccolandoci’ con il cibo fino a perdere il controllo di noi stessi e fino a perdere di vista il limite quasi impercettibile che distingue il cibo che mangiamo perché ne davvero abbiamo bisogno per far sopravvivere il nostro corpo e quello che invece ingurgitiamo per gratificare la nostra anima.

Il problema delle diete non è il riuscire a perdere il peso desiderato ma il riuscire a mantenere costante il risultato raggiunto.

Alla base delle diete è presente una struttura paradossale, ovvero è proprio il tentativo di tenere sotto stretto controllo le calorie, il peso, il regime alimentare che alla fine fa perdere il controllo alla persona che sta a dieta.

In altri termini è proprio l’eccessiva restrizione alimentare prolungata nel tempo che poi determina la ripresa successiva dei chili che si sono perduti. 

Un disturbo alimentare nasce nel momento in cui l’individuo non riesce più a gestire il piacere del cibo, cioè quando invece che riuscire a concedersi in maniera equilibrata il cibo, mette in atto un comportamento rigido cioè comincia ad iper-controllare tutto ciò che ingerisce.

Così facendo, a poco a poco il soggetto altererà il rapporto con il cibo e conseguentemente con il proprio corpo.

Questa relazione disfunzionale tra l’assunzione di cibo e percezione corporea arriverà al punto di influenzare negativamente e nei casi peggiori alterare il quotidiano svolgimento delle proprie attività e dei propri rapporti interpersonali.

Disturbi relazionali

Inutile negarlo, il nuovo millennio e soprattutto questi ultimi anni hanno portato con loro tanta tecnologia, tanto progresso ma anche tanti problemi relazionali che prima forse non esistevano in quanto la famiglia tradizionale fino a quel momento aveva retto ad ogni tipo di colpo.

Ci ritroviamo dunque ad andare via di casa sempre più tardi, un po’ a causa dei problemi relativi al mondo del lavoro di questi ultimi temi, ma un po’ anche a quelli inerenti la mancanza di coraggio nell’assumersi la responsabilità di stare in coppia e di realizzare un progetto che coinvolga un’altra persona a lungo termine.

Le problematiche però non riguardano solo le coppie, quelle formate da anni che non riescono a comunicare i propri bisogni all’altro o quelle che non riescono a formarsi per le paura di entrambi che non sono capaci di rinunciare ai loro spazi, alla loro libertà e che hanno paura di progettare qualcosa insieme di duraturo o di rimanere feriti e delusi per l’ennesima volta.

I problemi relazionali al giorno di oggi riguardano anche la cerchia degli amici, dei colleghi, dei familiari più prossimi, un po’ perché la tecnologia (social network, telefonia mobile sempre on line ecc.) ci isola, ci risucchia ed un po’ perché non si ha il tempo o la voglia di scendere a quei compromessi che ci avvicinerebbero all’altro.

In questa categoria di disturbi, pertanto, si possono ascrivere tutte le problematiche che ognuno di noi può avere nelle relazioni che intrattiene nella sua vita, in quelle sentimentali, amicali, familiari e lavorative.

Alla base di queste difficoltà si rintraccia la tendenza della persona ad irrigidirsi in determinati atteggiamenti, comportamenti, pensieri, credenze, modalità comunicative. L’intervento del terapeuta strategico è pertanto incentrato su questi irrigidimenti ed ha come obiettivo l’eliminazione di tali rigidità e l’acquisizione di nuove modalità comunicative e comportamentali che determineranno la nascita di un nuovo equilibrio funzionale che andrà a rimpiazzare il vecchio disfunzionale.

La Terapia Strategica Breve in altri termini lavorando sull’individuo e sulle sue fissità, permette una maggiore conoscenza di sé, favorisce il perfezionamento di competenze come la comunicazione efficace ed insegna tecniche utili al miglioramento dei rapporti interpersonali.

Per raggiunge questo obiettivo talvolta è sufficiente solamente una consulenza ed un piccolo intervento, non necessariamente un percorso terapeutico.